IO.DONNA di Ileana Gargiulo

Con questo bell’articolo di Ileana Gargiulo vogliamo augurarvi un Buon 8 marzo

 

IO.DONNA.

Che cosa significa essere donna? Che cosa significa essere donna per ognuna di noi?

Ci penso spesso a questa domanda e io personalmente e intimamente lo so cosa significa per me… ESSERE LA PERSONA CHE SONO. Dentro questo spazio, fisico e mentale, ci sta tutto, l’indipendenza, l’intraprendenza, la capacità di amare, la capacità di distinguere tra buono e cattivo, la fiducia, il coraggio, l’essere intrepida, la caparbia, la voglia di determinazione, l’empatia, l’essere sociale e il sapersi mettere in relazione, la propensione al prendersi cura, la dedizione, la passione, l’autorevolezza, la pazienza e il suo contrario, la simpatia, il senstirsi alla pari e all’altezza, l’inquietudine e l’indecisione, il senso di essere in pace con se stesse, l’amorevolezza, la libertà, il rispetto reciproco. Potrei continuare per righe e righe. Mi fermo per ora e vi chiedo di aggiungere voi quello che pensate rappresenti per voi l’essere donna, il sentirsi donna e quale tra le parole che ho scritto vi risuona di più…Giochiamo a fare un piccolo brain storming in differita! Ognuna di noi avrà dentro di sé un’immagine diversa del proprio essere donna, in base al proprio momento di vita, alla propria cultura, al proprio ambiente sociale e familiare e in base al proprio mondo interiore. Ci sono veramente tanti fattori che concorrono alla costruzione del senso di donna…Ma ce n’è sicuramente uno universale (un archetipo femminile, scomodando l’amato Jung!), un’idea innata di donna condivisa da tutti, da tutti i popoli e da tutte le culture, che è un contenuto dell’inconscio collettivo (sempre scomodando il suddetto) e che ognuna declina a proprio modo. E’ questo modello e questa idea innata di donna il nucleo che viene attaccato e snaturato di più secondo me, forse proprio perché frutto di questo famoso inconscio collettivo che con il passare delle decadi è diventato un contenitore psichico universale più giudicante e più categorizzante di sempre, che contiene troppi inconsci personali fuori controllo. Come sempre, dai nostri predecessori non abbiamo imparato nulla. Dell’inconscio collettivo sembra che non ne abbiamo più cura, così come a volte non ne abbiamo neanche per quello personale. Di fatto una cosa è il risultato dell‘altra. E‘ come se l‘inconscio collettivo fosse stato brutalmente sporcato da un pregiudizio collettivo, pregiudizio che si declina in base alla cultura e alla società di cui è espressione, ma che rimane una pericolosissima arma. Pregiudizio comune e pregiudizio personale si intrecciano, e creano il peggiore quadro delle cose possibili. Ed ecco che della donna e della sua essenza, sia questa personale che collettiva, ce ne si è dimenticati. L’essenza della donna viene violata ogni volta che un uomo mette in atto un’aggressione (fisica o verbale che sia, passando dalla violenza psicologica fino ad arrivare al femminicidio) nei suoi confronti; viene violata quando (sia essa una giovane donna o una bambina) è protagonista di soprusi in nome di una guerra ingiusta, sempre, quando a rimetterci sono vite umane; è violata quando, bambina, subisce violenza, di ogni tipo, dal bullismo alla violenza fisica e sessuale, alla violenza verbale, all’uccisione, ai matrimoni precoci o forzati; è violata quando, contro la sua volontà, deve attenersi a usanze o pratiche culturali non condivise, talvolta simili a vere e proprie torture (dall’imposizione del velo alla mutilazione dei genitali femminili); è violata quando non riceve la stessa paga oraria di un uomo a parità di ruolo; è violata quando per strada qualcuno si sente in diritto di fare un apprezzamento solo perché ha una gonna; è violata quando è discriminata perché diversa (diversa da chi o da cosa????), qualunque sia la forma di diversità in oggetto (disabilià fisica, disabilità mentale, transessualità, omosessualità, etc…). E‘ violata quando è costretta dentro le gabbie di un pregiudizio comune.

Parlando di statistiche rispetto alla violenza sulle donne….Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è di fronte a “un problema di salute di proporzioni globali enormi” che colpisce un terzo delle donne nel mondo. Come emerge dai dati dell’ultimo rapporto pubblicato dall’Oms, il 35% delle donne, ovvero 1 su 3, subisce nel corso della vita qualche forma di violenza. La più comune è quella domestica, quella perpetrata da mariti e fidanzati al 30% delle donne che sono state in un rapporto di coppia. A livello globale, ben il 38% dei femminicidi sono commessi dal partner. Molte, moltissime donne, in seguito alle violenze fisiche o sessuali subite hanno riportato danni alla salute (danni fisici, disturbi emotivi, dipendenze patologiche).

In Italia, secondo le elaborazioni effettuate dall’Istat, a partire dai dati del Ministero dell’Interno, risulta come il femminicidio abbia dati inquietanti e preoccupanti: ogni due giorni una donna viene uccisa. Solo lo scorso anno le vittime di femminicidio sono state 120, uccise da un marito, un fidanzato, un convivente. Inoltre circa sette milioni di donne hanno subito qualche forma di violenza o abuso nel corso della loro vita.
E anche questi sono numeri agghiaccianti.

E‘ vero, scusate, vi ho tediato con un sacco di percentuali, ma credetemi che sono stata ancora poco esplicativa. Quindi per approfondimenti vi rimando qui:

 

http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4498&area=Salute%20donna&menu=societa

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=56243

https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne

E vi consiglio anche di consultare il sito del CEDAW.  Il CEDAW (Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women) cioè la Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, è un accordo internazionale, onnicomprensivo e legalmente vincolante sui diritti delle donne, promotore di misure speciali per la realizzazione di una società non discriminante.

E‘ importante che della violenza di genere e di tutte le forme di disparità di genere se ne parli ogni giorno e che si sensibilizzino e si educhino le persone (donne, uomini, bambini, ragazzi) nei confronti di queste tematiche. Abbiamo il dovere morale e civico di costruire insieme (tutti, ma proprio tutti insieme, uomini e donne!!!) una nuova cultura del rispetto, una nuova cultura della non violenza, e di mettere in atto qualsiasi azione che contrasti un atteggiamento violento o impari nei confronti delle donne. Le azioni non dobbiamo aspettare che vengano messe in atto da qualcun’altro, ma stiamo parlando delle nostre stesse azioni. E‘ un cambiamento a livello sociale e culturale sì, ma deve prima di tutto essere un cambiamento interiore e personale, un cambiamneto delle nostre menti e non solo delle nostre mentalità, un cambiamento dell‘anima. Si tratta di saper cambiare copioni e schemi…anzi, si tratta proprio di buttarli questi schemi e questi copioni. Bisognerebbe sviluppare l’empatia, che io trovo sia un pò la chiave di tutto…

Buon 8 Marzo alle persone tutte, perché sia un giorno, questo e soprattutto tutti gli altri 364, per un rinnovato inconscio personale e collettivo, per eliminare ogni pregiudizio e ogni categorizzazione e per vivere la propria vita, che si sia donne o uomini, con determinazione, fierezza e amore.

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